La Storia di una Paese è fatta anche dalla somma di tante storie individuali. La mia, se penso al 25 aprile, ha il volto di un giovane 19enne ossolano, di Varzo. Giordano Zanola: mio nonno, classe 1926, partigiano nelle brigate garibaldine, che ci ha lasciato purtroppo troppo presto.
La Festa della Liberazione per me è sempre stata qualcosa di estremamente personale, direi intimo. Sentita nella mia vita come si sente l’amore di un proprio parente stretto. Aveva il volto di un nonno, che ti tiene sulle sue gambe e ti racconta le ragioni di un impegno, di una scelta di campo. La resistenza partigiana ha avuto per me l’immagine di un uomo al quale devo molto di ciò che sono.
Quando mio nonno mi mostrava questa foto lo faceva sempre con orgoglio misto a timore. Aveva timore che quel fucile che si vede in mano potesse dare un messaggio sbagliato ad un bimbo. Mi ha parlato a lungo della scelta di prendere le armi, come estremo gesto, per difendere una comunità dilaniata dalla guerra e dal fascismo.
A lui, al suo socialismo della concretezza, devo l’uomo che sono diventato. E ogni 25 aprile penso a mio nonno e a tutti quelli come lui, grazie ai quali oggi, possiamo vivere liberi.
Grazie nonno, anche oggi sarai con me, come sempre sei, come sempre sarai.
Auguri a tutti e tutte!
W la Resistenza, W il 25 aprile!
