Del resto però l’attacco alla stampa, così come la sua delegittimazione, è solo l’ultimo passaggio di una strategia precisa e scientifica: la destrutturazione di ogni corpo intermedio, di ogni filtro tra potere politico e cittadino. Una strategia che perpetra la folle e finta descrizione della realtà come un rapporto diretto tra Potere e Popolo. Così, da solo e senza mediazioni, impaurito e senza strumenti, pur credendo di averne, il cittadino diventa pian piano suddito e comincia a chiedere al potere solo di essere difeso, da qualcosa che in effetti è molto più grande di lui: la complessità del mondo.
Siamo tutti dentro questa folle corrente da molto più tempo di quanto si possa immaginare e ne siamo stati tutti artefici più o meno consapevolmente. Ora dopo aver contributo a distruggere partiti, sindacati, giornali, Università, istituzioni culturali, laiche e religiose, ci rendiamo conto del mostro che abbiamo liberato. Ora il Leviatano circola libero e indisturbato, non curante delle nostre urla di dolore. Che talvolta paiono più quelle di “sepolcri imbiancati”. Rassegnarsi alla realtà? No di certo. Ma capire che abbiamo sbagliato anche noi è un punto di partenza irrinunciabile per provare a reagire ed invertire la tendenza.