Il mostro

Del resto però l’attacco alla stampa, così come la sua delegittimazione, è solo l’ultimo passaggio di una strategia precisa e scientifica: la destrutturazione di ogni corpo intermedio, di ogni filtro tra potere politico e cittadino. Una strategia che perpetra la folle e finta descrizione della realtà come un rapporto diretto tra Potere e Popolo. Così, da solo e senza mediazioni, impaurito e senza strumenti, pur credendo di averne, il cittadino diventa pian piano suddito e comincia a chiedere al potere solo di essere difeso, da qualcosa che in effetti è molto più grande di lui: la complessità del mondo.

Siamo tutti dentro questa folle corrente da molto più tempo di quanto si possa immaginare e ne siamo stati tutti artefici più o meno consapevolmente. Ora dopo aver contributo a distruggere partiti, sindacati, giornali, Università, istituzioni culturali, laiche e religiose, ci rendiamo conto del mostro che abbiamo liberato. Ora il Leviatano circola libero e indisturbato, non curante delle nostre urla di dolore. Che talvolta paiono più quelle di “sepolcri imbiancati”. Rassegnarsi alla realtà? No di certo. Ma capire che abbiamo sbagliato anche noi è un punto di partenza irrinunciabile per provare a reagire ed invertire la tendenza.

Se non vogliamo far passare invano questa notte. (Due parole sulle elezioni americane)

Qualche brevissima riflessione sul voto in America.

Sono le 05.00 del mattino. Il dado è praticamente tratto. Si va verso un Presidente “azzoppato” con i Democratici che prendono la maggioranza alla Camera e i Repubblicani che rafforzano la loro maggioranza al Senato.

Le analisi le faranno gli analisti seri come quelli, bravissimi, di YouTrend che scrivono qui.

Io vorrei far emergere alcuni elementi politici che credo dovranno essere tenuti in considerazione dai Dem americani in vista delle Presidenziali del 2020. La vittoria alla Camera di questa notte può essere il primo sassolino nell’ingranaggio del Trumpismo, oppure potrebbe essere un’illusione ottica che emerge da un paese controverso come gli USA.

Se leggiamo questa notte come un primo passo di una sfida più ampia allora non possiamo che ripartire dalle donne Dem. Candidature innovative e radicali che hanno rappresentato il volto della speranza e del futuro, vincendo. Ocasio-Cortez a New York, Underwood in Illinois, Ayanna Pressley in Massachussets, Rashida Tlaib in Michigan. Tutte loro rappresentano il volto di un’America che vuole uscire dal Trumpismo e vuole farlo con parole d’ordine assolutamente opposte ai suoi messaggi di paura e chiusura verso il mondo.

Eppure non basta questa narrazione, perchè ancora è troppo forte il divario nell’espressione di voto tra le diverse aree del paese. I Dem conquistano voti a livello popolare, ma ancora faticano a fare breccia nell’elettorato bianco meno acculturato e più esposto alla difficoltà materiali ed economiche.

Dicevo in apertura che questa notte può essere l’inizio di un processo o una mera illusione ottica. Credo che per realizzare la prima ipotesi i Democratici dovranno mettere in campo una proposta competitiva e radicale, in grado di competere nei territori dove i Repubblicani hanno confermato la loro forza.  La radicalità nella proposta, l’innovazione nella visione.

Se la strada sarà invece ripiegare sulla solita, stanca e boriosa “terza via” liberal in salsa Clintoniana, non andranno da nessuna parte. E questa lunga e appassionante notte, sarà passata davvero invano.

Avremo modo di scriverne e parlarne in maniera più approfondita.

L’Onore più grande

Con l’elezione del nuovo Presidente della Provincia Arturo Lincio, a cui vanno i miei complimenti e i più sinceri auguri di buon  lavoro, termina anche per me il mandato di Vicepresidente della Provincia del VCO. Il primo grazie va al Sindaco Maria Rosa Gnocchi che si è messa a disposizione, candidandosi alla Presidenza, con coraggio e generosità, per una sfida che non era certo semplice.

Rimarrò in carica come consigliere di minoranza fino a fine gennaio. Sono stati 4 anni complicati sotto il profilo amministrativo, alla guida di un ente con gravi problemi di bilancio, figlio di un riforma incompiuta. Abbiamo dato il massimo, abbiamo impiegato tutte le energie a nostra disposizione per evitare il dissesto finanziario e riorganizzare la Provincia. Sono stati 4 anni incredibilmente formativi sul piano personale e di arricchimento continuo sul piano politico-amministrativo. Alla fine di questo percorso i complimenti più sentiti vanno al Presidente uscente Stefano Costa che si è assunto una responsabilità non semplice, in un contesto in cui molti avrebbero preferito sfilarsi e lasciare che tutto andasse a rotoli. È stato un onore far parte della sua squadra, insieme a tutti i consiglieri che in questi anni si sono avvicendati in maggioranza. Un grazie anche al personale della Provincia del VCO, sempre presente e disponibile per sostenere il nostro sforzo.

Sono stati anche 4 anni in cui abbiamo fatto politica in modo genuino, a volte arrabbiandoci, discutendo perché non si centrava un obiettivo. Altre volte gioendo insieme per un obiettivo ottenuto che sembrava impossibile da realizzare. Abbiamo sbloccato tante situazione complesse che si trascinavano da tempo e abbiamo cercato di farlo sempre per il bene del nostro territorio.

Ci siamo anche divertiti, insieme, perché fare Politica significa anche questo.

L’Onore più grande però è stato servire questo territorio, la Nostra gente, e di questo sono grato alla mia comunità politica. Ogni volta che ho indossato quella fascia ho sentito grande in me il privilegio e l’Onore della rappresentanza, che si fa bene comune a partire dalle istanze dei territori. Buon cammino a chi guiderà l’Ente. La strada non finisce qui, nemmeno per me. Continuiamo a camminare insieme!

Avanti!