Dialoghi Virali #3

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🎙Nella terza puntata di  “Dialoghi Virali” mi confronto con l’Assessore alla Cultura di Firenze Tommaso Sacchi.
Un dialogo che entra nel cuore della crisi del comparto cultura in Italia cercando però di porre le basi per ripartire dopo l’emergenza.

🌈Firenze e Verbania si uniscono, come dovrebbe fare tutto il paese, per lottare insieme.

🧐Il consiglio di lettura dell’Assessore Sacchi? Scopritelo ascoltando “Dialoghi Virali”

Dialoghi Virali #2

 

dialoghiLa puntata di oggi di “Dialoghi Virali”  su Radio Quarantenna Verbania ha come ospite Domenico Rossi, Consigliere Regionale PD Piemonte.

👉Un confronto sulle politiche regionali a sostegno delle imprese, delle famiglie e dei lavoratori.
👉La risposta del sistema sanitario piemontese all’emergenza Coronavirus
👉Recalcati e L’Uomo nell’alto castello.

Per saperne di più qui sotto l’intervista integrale.

La Repubblica, una e indivisibile.

Sto leggendo un profluvio di parole e giudizi sull’azione del Governo da parte di molti, sulle scelte comunicative, sugli strumenti utilizzati per informare i cittadini circa l’evolversi dell’emergenza. E molto altro ancora.
Quel che oggi conta davvero però, a mio parere, sono le Istituzioni e la necessità di preservarle in questa fase così inedita per la storia della Repubblica. Io in questi giorni metto davanti a tutto questo aspetto. Il Presidente Mattarella, il Presidente del Consiglio Conte, il Parlamento e le più alte cariche dello Stato oggi non sono degli individui da poter trascinare nel dibattito politico. Sono il simbolo della nostra unità nazionale, della comunità repubblicana di cui tutti facciamo parte. In questo senso credo debba prevalere un clima di “sacro” rispetto dei ruoli e delle prerogative di ciascuno. Chi in questi mesi si divertirà a rotolare nel fango del chiacchiericcio e della polemica politica pagherà un prezzo alto, o rischierà di farlo pagare alla nazione tutta. Oggi e nei giorni a venire prima di tutto dovrà venire la Repubblica, una e indivisibile.
Questo non significa certo annullare la dialettica e il confronto. Ma viviamo un tempo sospeso, nel quale, prima dell’interesse di parte, viene la forza delle Istituzioni, così provate e così fragili eppure così essenziali se vogliamo garantirci un dopo. Perché un dopo ci sarà.
È il nostro 1946 e come in ogni sana democrazia, arriverà anche il 1948, con tutto il carico di conflittualità che giustamente ci sarà. Ma ora no.

Ora è il tempo dell’Unità, un tempo in cui riconoscersi davvero come una Comunità.