Facciamo Politica, insieme

Facciamo politica perché ci appassiona e ci meraviglia l’incontro con l’altro. La facciamo perché vogliamo, in fondo, provare a risolvere i piccoli o i grandi problemi del nostro tempo. Facciamo politica perché vogliamo che nessuno rimanga solo, perché la solitudine e la paura sono i veri mostri del nostro tempo. Facciamo politica per creare comunità, per essere comunità, per fare di questo mondo un posto migliore. Che voi ci crediate o no, oggi pomeriggio è stato un gran bel modo per ricordare a me stesso perché faccio quello che faccio e per celebrare, assieme ad altri, la bella politica. Continueremo, insieme! #tempodirestare

È TEMPO DI RESTARE

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In questi giorni così travagliati per la nostra comunità politica, vorrei cercare di offrire il mio contributo nella speranza di superare, insieme, questa fase complessa, e allo stesso tempo decisiva, della nostra storia partitica.
E spero di poterlo fare con chiarezza, senza il clima da stadio che si avverte, ormai con costanza, all’interno del nostro Partito e nella politica italiana in genere.

Se siamo giunti ad una frattura profonda del Partito Democratico, è perchè non siamo stati in grado di essere comunità, non abbiamo fatto lo sforzo di indossare l’uno i panni dell’altro, non siamo stati in grado di vedere nella diversità, un valore.
Se siamo arrivati a questa frattura, non è certo perchè abbiamo smesso di parlarci; quello lo facciamo da tempo, nel modo sbagliato. Abbiamo, invece, smesso di ascoltarci, e così facendo, ci siamo logorati poco alla volta.

Chi ha guidato questo Partito non si è dimostrato all’altezza del compito.
Troppo tempo passato ad aggredire con arroganza chi, all’interno della nostra comunità, professava una visione diversa.
Troppo poco tempo passato a vivere, davvero, questo Partito, ad organizzarlo e renderlo un’infrastruttura capace di stare nella società, interpretarla, progettarla e, quindi, cambiarla.
Una Segreteria che si porta dietro una pesante eredità: non avere fatto tutto il possibile per tenere unito il Partito, dando, a tratti, l’impressione di desiderarla questa scissione, di volerla, di auspicarla.

È pur vero che, quando i percorsi delle persone si separano, non è mai colpa solo di qualcuno.
Nel rispetto delle scelte, vorrei dire ai dirigenti che se ne vanno, che la loro decisione non è compresa dalla maggioranza del popolo italiano. Non si capiscono le ragioni politiche e, per questo, la decisione appare piuttosto, il risultato di questioni personali.
Sembra di assistere ad una scelta unicamente dei “colonnelli” e non delle “truppe”: nessuna condivisione alla base, nessun coinvolgimento nella scelta di dare vita ad un altro movimento-partito che credo si posizionerà con fatica nella galassia della sinistra italiana.

Queste poche righe le voglio condividere con voi, con tutti i militanti e gli elettori che molte volte hanno subito le decisioni di una classe dirigente inadeguata. Con chi si sente travalicato da posizioni non rispettose dell’ impegno, della presenza costante nei territori, della militanza lunga e appassionata che sono certo essere propria di ognuno di voi.

È un appello che si rivolge a chi non è stato coinvolto dalla “scissione” della nomenclatura, ma che da tempo si sente parte di una separazione e di una distanza ben più profonda: quella tra la politica e i cittadini, tra un partito e il suo popolo. Distanza silenziosa e senza frastuono mediatico, ma che logora, avvilisce. È  a voi che rivolgo questo appello. A voi che vorreste ritrovare il senso di una politica in grado di incidere sulla storia personale degli individui ritrovando, così, le radici di un Partito che pensi meno al personalismo della carriera politica, e più al futuro del Paese.

Mi rivolgo a voi per dire a tutti che non è questo il momento di andarsene ma al contrario è tempo di restare.
È tempo di costruire insieme un’alternativa, una sinistra moderna, capace di giocare la sfida del governo senza perdere i propri valori, in grado di capire che il lavoro, la società, l’economia sono cambiati e che, proprio per questo, c’è bisogno di una sinistra in grado di interpretare, e di essere allo stesso tempo, il cambiamento.

Questa sinistra non può rinchiudersi nei recinti del passato. Deve agire e organizzarsi nel nostro mondo, aprendosi alla società con occhi nuovi.
Per questo abbiamo fondato il Partito Democratico 10 anni fa, per questo oggi servono le energie di tutti per farlo crescere e diventare ancora più grande. La storia non inizia con nessuno di noi. Siamo la prosecuzione di una storia più lunga, che arriva da lontano: le grandi culture riformiste e democratiche dell’Italia del Novecento.

Il PD è nato per portare quella storia nel nostro presente e nel nostro futuro, con una casa grande e plurale in grado di conservare la tradizione dentro l’innovazione.
Oggi se quella casa è in pericolo, siamo prima di tutto noi, a dover prendercene cura.

 

Abbiamo bisogno di tutta la vostra forza, intelligenza ed entusiasmo per cambiare il PD. Abbiamo bisogno di farlo ora, perchè il nostro tempo è adesso,

IL TEMPO DI RESTARE, appunto, per CAMBIARE INSIEME!

Ti aspetto per parlare di questo e molto altro,

SABATO 11 MARZO, dalle 15.00 a Villa Olimpia (Verbania – Pallanza).

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