Oggi sono intervenuto durante le celebrazioni del 4 novembre a Verbania.
Questo un estratto del mio intervento:
Celebriamo oggi il 4 novembre e in questa festa teniamo insieme ed uniti due grandi capisaldi della nostra Repubblica: l’Unità nazionale e le forze armate. L’impegno degli uomini e delle donne che ne fanno parte sono per noi segno tangibile e perenne della difesa dell’unità del nostro paese e della garanzia della tenuta del nostro sistema democratico e repubblicano.
Mai come oggi io credo sentiamo la necessità dell’Unità nazionale. Di fronte alle grandi crisi mondiali, abbiamo bisogno di un’Italia unita che sappia costruire un’Europa sempre più unita e non divisa dagli egoismi nazionali. Abbiamo bisogno di un paese che sappia ancora costruire quell’unità di popolo che abbiamo ereditato. Unità nata anche dopo sanguinosi conflitti, ma che mai vogliamo e possiamo utilizzare per esaltare la guerra. Al contrario, di quegli uomini e di quelle donne vanno esaltate le idealità e i sentimenti, di chi, allora come oggi aiuta la nostra Repubblica ad essere grande e unita.
Quindi il valore della memoria che si traduce in azione, che non si interpreta come commemorazione stanca e monotona, ma viva e appassionata. Perché vive sono le emozioni e i sentimenti di quegli italiani che l’Italia l’hanno costruita.
E allora se è vero che il nostro paese mostra la sua forza soprattutto nella difficoltà,non possiamo non rivolgere un pensiero commosso a quella parte di Italia che continua a tremare. Un pensiero commosso per chi in quei terremoti ha perso la vita, e per chi continua invece a vivere in mezzo a mille difficoltà avendo perso tutto.Ancora una volta in queste occasioni le forze armate insieme alla protezione civile ed altri corpi di polizia, hanno dimostrato tutta la loro professionalità e la grande umanità di cui sono capaci, un grazie sincero va a tutti gli uomini e a tutte le donne impegnate sul campo dal mese di agosto fino ad oggi.
Cos’è in fondo l’Unità nazionale se non questo? La capacità di sentire dentro al proprio cuore la sofferenza di chi versa in queste terribili condizioni e tendere la mano per aiutarlo.Ricordando oggi la fine del primo conflitto mondiale vorrei condividere con voi in conclusione le parole di Ungaretti, nella poesia San Martino del Carso, che trovo drammaticamente attuali, oggi più che mai:
di queste case
non è rimasto
che qualche brandello
di muro
di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
ma nel cuorenessuna croce manca
è il mio cuore
il paese più straziato.
Quanta attualità, pur in contesti storici completamenti diversi e non avvicinabili. Eppure una cosa lega questa poesia ai nostri giorni: la forza di reagire come popolo, e la volontà di non dimenticare chi non è più tra noi: “ma nel cuore nessuna croce manca”.Davvero oggi l’immagine dolorosa ma viva di quelle croci dia a tutti la forza e lo slancio per rinnovare il nostro patto di fedeltà ai valori che reggono e fanno grande la nostra Italia e la sua unità nazionale.