Questa la breve intervista che ho rilasciato ieri a La Stampa di Verbania.
Il punto è sicuramente politico e culturale ma io penso che sia anche amministrativo e molto pragmatico. Non possiamo pensare davvero che un intervento diretto di “semplici” cittadini sia utile a prevenire, o peggio, a contrastare, forme di vandalismo o microcriminalità.
A chi dice che servirebbero da deterrente rispondo che invece rischieremmo di creare ulteriori problemi; chi difenderebbe i cittadini da probabili pericoli durante il loro servizio? Che strumenti avrebbero per difendersi? Nessuno. (E per fortuna mi verrebbe da dire).
Abbiamo scelto di non armare i vigili e poi mandiamo cittadini disarmati a presidiare il territorio? Non penso sia utile. Penso sia sbagliato.
Poi ovviamente c’è una questione politica, e di senso profondo. Non voglio citare il Leviatano o il Contratto sociale, mi basta però dire che l’unico garante dell’ordine pubblico e della sicurezza è lo Stato; a cui i cittadini affidano il compito di vigilare, prevenire, sanzionare e reprimere le condotte devianti. Insomma amici: lo stato di diritto. Fuori da questo c’è l’anarchia e lo stato di natura.
Non voglio essere superficiale o essere frainteso, non voglio spostare la discussione sul tema stupido e ideologico della serie “la sicurezza è un valore di destra”. Al contrario penso che sia assolutamente “di sinistra” far sentire i cittadini al sicuro e liberarli dalla paura, solo occorre farlo con gli strumenti adeguati. Le risposte che il Sindaco ha ottenuto dalla Prefettura sono quelle che servono, più controllo da parte delle forze dell’ordine.
In conclusione, niente paura, a Verbania non vedremo ronde o volontari della sicurezza. Anzi, di volontari ne vedremo molti e sempre di più: ma a fare quello che fanno già ora, con passione, dedizione e amore: servire questa Città.