Non è obbligatorio essere umani

Fonte AFP

Non è obbligatorio scioperare. Non è obbligatorio provare empatia. Non è obbligatorio riconoscere un pezzo delle proprie ragioni nelle ragioni di chi incontriamo per strada. Non è obbligatorio sentire dentro noi stessi la sofferenza altrui.
Nulla di tutto questo è obbligatorio, nemmeno rimanere umani di fronte al baratro di un genocidio come quello di Gaza.

I corpi dei bambini uccisi in quel luogo del mondo che non esiste più rimangono tali di fronte ai nostri occhi e dentro la nostra mente qualsiasi cosa facciamo. Lo stesso vale per qualunque altro luogo al mondo in cui le persone muoiono per colpa della fame, della guerra, della prepotenza e della tirannia.

Ciascuno decida da che parte stare ma non ergetevi a giudici di chi compie la proprie scelte di vita in modo libero e consapevole. Sia di chi mette a repentaglio la propria vita per dimostrare semplicemente la devastante ipocrisia del potere, facendo ciò che da sempre fa il movimento nonviolento e pacifista mondiale, sia di chi sceglie, nel piccolo spazio di mondo in cui ci è toccato di vivere, di fare la propria parte con il proprio corpo e il proprio esserci. Che sia partecipando ad un corteo, che sia dicendo la propria da un balcone, che sia scioperando o semplicemente opponendosi con il proprio stile di vita alla barbarie che vediamo intorno a noi.

Un singolo gesto rimane tale è vero, ma forse per qualcuno fa tutta la differenza del mondo. Qualcuno dice: “così vi mettete in pace con la vostra coscienza mentre il mondo fuori brucia”. Chissà, può anche essere. Ma dentro la coscienza di una singola persona c’è la coscienza del mondo intero.

Tutte le volte che decidiamo di non insozzarla di cinismo, indifferenza e complice apatia, costruiamo un pezzo di mondo che salva qualcuno.
Io quel pezzo di mondo lo difenderò fino alla fine, fino all’ultimo abbordaggio. Dovrete venire a prenderci uno per uno come i fratelli e le sorelle della #Flottilla se vorrete portarcelo via.